Giovedì 20 giugno, la nostra Associazione ha assistito al concerto narrativo “Accabadora” tratto dal romanzo di Michela Murgia, arrangiato da Andrea Congia e interpretato da una straordinaria Piera Demurtas.
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In sardo «accabadora» è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un’assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. Perché è lei l’ultima madre.
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Il romanzo, vincitore del premio Campiello nel 2010, è ambientato nei primi anni cinquanta a Soreni, un piccolo paesino della Sardegna. La protagonista è la piccola Maria Listru, ultima e indesiderata di quattro sorelle orfane di padre, la quale viene adottata da Bonaria, una sarta che è anche un’accabadora, ovvero una donna che accompagna i moribondi nel loro ultimo viaggio. Maria impara Bonaria tutto ciò che c’è da sapere sul suo lavoro, sul significato della morte e dell’amore. Un quotidiano confronto con il significato della morte e con il mistero dell’esistenza.
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L’universo mitico di “Accabadora” creato dalla scrittrice e attivista di Cabras, invita a una riflessione delicata sul dibattito, sempre attuale, su testamento biologico ed eutanasia.
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Quando si parla di Michela Murgia ci sentiamo un po’ più deboli per la ferita ancora aperta, a meno di un anno dalla sua scomparsa. La scrittrice di Accabadora, la cui identità sarda determinava il suo essere «scrittrice, donna, femminista, ed essere al mondo», continua, con forza, a restituire dignità ad alcuni aspetti, spesso vessati, della nostra identità di “fillus de ànima“, figli di nuove madri, e madri in modi diversi.
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Ringraziamo Tra Parola e Musica – Casa di Suoni e Racconti per questo bellissimo omaggio e Babelica per aver organizzato l’evento “Accabadora” in Cartiera.
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