È giovedì mattina nei locali dell’Associazione dei sardi in Torino “Antonio Gramsci” e un visitatore poco attento, potrebbe avere l’impressione di trovarsi dal fruttivendolo.
Questo, infatti, è il giorno della settimana dedicato al Salvacibo, il progetto che si occupa di recuperare l’invenduto dai mercati alimentari per distribuirlo alle famiglie in difficoltà.
L’idea è nata nei primi giorni di chiusura pandemica del 2020, quando i ragazzi del rione battevano il mercato di Corso Svizzera alla ricerca di frutta e verdura ancora commestibile che, con tutta probabilità, sarebbe finita tra i rifiuti organici. Ora il sistema è molto più strutturato: i furgoni della “Carovana Salvacibo” recuperano le eccedenze di buon mattino dai centri di raccolta, ancora prima che vengano spedite nei mercati, e le smistano sui 50 punti di distribuzione in giro per la città.
Al Gramsci arrivano Alessia e Ahmed, puntuali, tutti giovedì mattina alle 10. Ad accoglierli trovano Leonardo ed Ignazio che scaricano le cassette e le mettono in uno spazio appositamente liberato, vicino all’ingresso. Devono attendere l’arrivo di Immacolata. Sarà lei, infatti, a dirigere i lavori di pulitura dei vegetali dalle foglie secche o dalle parti marce. Una routine ben rodata che si ripete, uguale, tutte le settimane. Quello che cambia sono le varietà: a volte ci sono pere ammaccate, altre volte pomodori un po’ anemici, spesso arrivano cavoli con foglie deteriorate, occasionalmente avocado troppo piccoli per essere appetibili sui banchi del mercato. Ma qui tutto viene reso presentabile e suddiviso con un’equità quasi maniacale. Ciascuna cassetta, pronta per la consegna, contiene: un grosso cavolfiore, otto patate, due sedani, cinque pere abate, sei pomodori, sei banane e un sacchetto con due pagnotte. “Gli utenti sono tanti – spiega Immacolata – bisogna dividere bene”.
La coda di fronte al portone d’ingresso si forma ben prima dell’orario stabilito per la consegna, che inizia alle 14. In aggiunta alla spesa della semana vengono donati, a tutti fruitori, un bel sorriso e una battuta simpatica. Gli avventori preferiti dai volontari del Gramsci sono tre bimbi di origine egiziana che passano tutte le semane con la loro mamma. Per loro c’è sempre un riguardo in più: un gelato, delle macchinine, una bambola. Se ci sono i ribes gliene spetta una vaschetta a testa, perché ne sono ghiotti. Le persone continuano ad arrivare sino a sera. Raramente avanza qualcosa ma, se succede, Immacolata non si dà per vinta, si mette ai fornelli e cucina ciò che resta. Nasce così un pasto solidale da donare ad altre persone bisognose. “Qui non si butta via niente” sottolinea. Anzi, spesso il cibo viene arricchito con alcuni dei prodotti che arrivano dalla Sardegna. Talvolta, chi ha fame può saziarsi con un piatto di frègula ai carciofi e bottarga o di malloreddus alla campidanese e assaporare un momento di gioia.
Sulla parete d’ingresso della sede sociale in Borgo Campidoglio campeggia una famosa frase che inizia con un’esortazione: “Organizzatevi…”. Ed è così che all’Associazione dei sardi in Torino “Antonio Gramsci” ci si organizza, tutti i giovedì.