In occasione del 25 novembre, giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, il gruppo Ipazia ha organizzato l’iniziativa “Consapevolezza” in collaborazione con le associazioni “Les Petites Madeleines” e “Volere la Luna”, che ha messo a disposizione i suoi spazi per l’intera settimana. Nel corso della settimana sono stati promossi eventi diversi tra loro con l’obiettivo comune di sensibilizzare le persone sul tema della violenza contro le donne, che rappresenta ancora una grande macchia della nostra società, con la speranza di dare un contributo alla lotta storica portata avanti da gruppi come Amnesty International e Gruppo Abele.
Con il doppio appuntamento “Com’eri vestita?” e la proiezione del film “Sono innamorato di Pippa Bacca”, regia di Simone Manetti (2019, doc, 76′), ha preso avvio la rassegna. La proiezione del film ha fatto emergere spunti di riflessione interessanti anche grazie all’intervento di Giampiero Frasca, critico cinematografico e saggista. Nonostante gran parte delle persone presenti conoscesse i fatti di cronaca, molte di loro non avevano avuto modo di approfondire la storia personale di Pippa Bacca e di conoscere i motivi e i dettagli del suo viaggio. Insieme ad Antonietta Pasqualino di Marineo, sorella di Pippa Bacca, è stato possibile riflettere sui pregiudizi che si tende ad avere davanti a questi fatti di cronaca, ma anche sulla morale della vicenda stessa.
La mostra di Amnesty International, che ha fatto da collante per gli eventi della settimana, è riuscita, giorno dopo giorno, a rendere tangibili le storie raccontate dalle vittime e l’ingiustizia delle violenze da loro subite. «Cercare le attività da proporre al pubblico ci ha permesso di scoprire a nostra volta aspetti della violenza di genere ancora poco approfonditi – afferma Lorenza Piras, volontaria del gruppo Ipazia e del direttivo Gramsci – la mostra di Amnesty, ha rappresentato per noi un grande traguardo, considerando l’importanza di questa organizzazione storica. Proprio grazie alla sua semplicità è riuscita a scuotere gli animi, soprattutto quelli degli uomini presenti. In molti hanno espresso il loro turbamento leggendo le storie di quelle donne vittima di violenza».
La “Runda Istravanada Trasfemminista”, invece, ha rappresentato una sfida, a causa della poca familiarità con questa nuova realtà e con il suo approccio molto diretto. La tavola rotonda di consapevolezza è stata proposta da Istravanad@s, un collettivo transfeminista intersezionale di Nuoro, nato il giorno della morte di Michela Murgia. Il collettivo ha trasportato a Torino l’attività settimanale che, in genere, viene organizzato nella loro città d’origine: un’assemblea nella quale risulta centrale lo studio del femminismo attraverso il confronto e l’autocoscienza. Con la decostruzione del pensiero patriarcale e la messa in discussione delle singole persone, l’obiettivo è quello di unire, in un unico grido, tutte le diverse voci accomunate dalla stessa rabbia. Le persone partecipanti hanno accolto con grande entusiasmo le due ore di confronto formativo.
La settimana del 25 novembre si è conclusa con l’appuntamento mensile di Vivilibrôn Campidoglio e il laboratorio esperienziale “Alla scoperta della Dea Madre” realizzato dall’artista Stefania Spanedda, in collaborazione con Linearte Sebino. Il laboratorio si è svolto in due momenti: a seguito di un excursus storico iniziale sul patrimonio delle Veneri Paleolitiche, le persone presenti hanno intrapreso un percorso sensoriale attraverso la manipolazione dell’argilla finalizzato alla creazione di una Dea Madre del tutto personale. Il laboratorio si presenta come un’azione politica che invita a ripensare al ruolo della donna all’interno dell’arte e delle società, sottolineando, inoltre, l’importanza di ristudiare queste opere d’arte in un’ottica politica, sociale e religiosa.
Il Gruppo Abele ha presentato l’ultimo evento della rassegna lo scorso 16 dicembre. Dal 1965 l’associazione torinese si impegna ad accompagnare le persone in difficoltà, incontrandole nei servizi di accoglienza e accompagnandole verso un futuro vissuto in dignità e autonomia. L’incontro era incentrato sulle persone vittime di tratta, sfruttate non solo a livello sessuale ma anche lavorativo, nell’accattonaggio o in attività illecite. L’intervento è stato curato da Simona Marchisella, responsabile del servizio di accoglienza per persone vittime di tratta.
Il gruppo Ipazia (Coordinamento delle Politiche di Genere per l’Associazione democratica Sarda a Torino “A. Gramsci”), è un ramo del consiglio direttivo dell’Associazione Gramsci eletto lo scorso aprile. Nel nuovo gruppo dirigente era già emersa la necessità di affrontare e sostenere tematiche di genere e di pari opportunità e proprio a novembre, Angelica Ladu, Chiara Porcu e Lorenza Piras hanno proposto di dedicarsi volontariamente a queste attività in parallelo alle altre dell’Associazione.
«Per molto tempo non abbiamo avuto un nome, un qualcosa di preciso che ci rappresentasse, anche perché siamo tre donne molto diverse: sia per carattere che esperienze di vita. Un giorno abbiamo provato a buttare giù una lista di donne che ci avessero ispirate e da lì è saltato fuori il nome di Ipazia di Alessandria: matematica, astronoma e filosofa greca antica, a capo della scuola neoplatonica di Alessandria: matematica, astronoma e filosofa greca antica, a capo della scuola neoplatonica di Alessandria.» dichiara Lorenza Piras.
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