Domenica 27 aprile l’Associazione dei Sardi in Torino ha ricordato Antonio Gramsci nell’anniversario del suo martirio.
Quest’anno si è scelto di mettere l’accento su Nino, il bambino, ragazzo e uomo che ha vissuto lontano da casa e dagli affetti. Particolarmente toccante è stata la lettura della lettera dal carcere scritta alla mamma Giuseppina Marcias il 20 novembre 1926.
Grande spazio è stato dedicato a Enrico Berlinguer, seguendo il filo rosso che lega i due personaggi del ‘900. Lo spazio espositivo di Piazza Umbria ha ospitato l’inaugurazione della mostra “I pensieri lunghi. Berlinguer tra passato e presente”. L’iniziativa ha rappresentato una tappa importante per la storia dell’Associazione Gramsci perché è stata la prima a svolgersi nella nuova sede. Dopo la presentazione, si è dato spazio a un brindisi con specialità sarde, balli popolari e musica dal vivo con il gruppo Ruota Libera.
Il primo ospite della giornata, Matteo d’Ambrosio, direttore della Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, ha presentato il progetto di ricerca. “I pensieri lunghi” è nato in occasione dei cento anni di Berlinguer, con l’obiettivo di promuovere la sua idea di convivenza sociale e politica. Il progetto ha visto la collaborazione con Arci Torino, l’Associazione dei sardi in Torino “Antonio Gramsci” ed Europa Aperta. E’ stata un’occasione per analizzare e rielaborare i fenomeni sociali, politici e culturali della società, in chiave contemporanea, partendo dai cinque pilastri della politica di Berlinguer: Partecipazione dal basso, Pace, Dialogo, Europa e Rivoluzione delle donne.
La ricerca è stata affidata a cinque giovani ricercatori e ricercatrici che hanno messo a disposizione i loro lavori per dei tavoli aperti. I paper e le restituzioni dei tavoli sono stati la base per l’elaborazione del libro stampato e diffuso da Morsi Editore. Il progetto prevedeva, inizialmente, solo la pubblicazione della raccolta e un podcast di cinque episodi (uno per ogni tema di approfondimento), ma in corso d’opera è stata allestita una mostra con le opere di Stefano Regazzo. Le pareti della nuova sede sono così diventate lo sfondo di queste opere pop, stile che, come spiega l’illustratore, alleggerisce le tematiche politiche permettendo di avvicinare le nuove generazioni.

A Regazzo si deve anche l’illustrazione della copertina della raccolta che rappresenta Berlinguer in una posa riflessiva e intima. La responsabile della casa editrice Morsi, Giulia Pavani, ha spiegato l’idea dietro alla particolare rilegatura del libro. La scelta di utilizzare un elastico lascia immaginare “un libro aperto” dove poter modificare il testo, un invito a lettore a rielaborare, rimuovendo o aggiungendo pagine.
Tra gli ospiti anche Annalisa Vitale, una delle ricercatrici del progetto, che si è occupata del tema della “lotta delle donne”. Lo snodo principale del suo paper ha riguardato la pratica della politica di Berlinguer e la sua attenzione alle idee del partito e alle necessità della società. Quello che è emerso, anche nelle tavole di confronto, è la mancanza di questa sensibilità nell’attuale panorama politico. Vitale prosegue citando la conferenza nazionale delle donne comuniste dell’84 e di come Berlinguer, mettendosi in dialogo con le compagne, avesse sposato la lotta femminista, contro gli stereotipi di genere che l’hanno storicamente reclusa nella sfera domestica. Quella di genere rappresentata da sempre una lotta politica che si propone di sradicare la struttura gerarchica di potere all’interno della società e delle istituzioni.

Il momento di confronto e le interviste sono stati moderati da Matteo Mereu dell’Associazione Gramsci, che ha partecipato al progetto curando il tavolo di lavoro e la sezione del libro “Dialogo” con lla ricercatrice Marta Serra.
Inoltre, attraverso le parole dei dirigenti e delle dirigenti, l’Associazione Gramsci, ha ricordato l’importanza politica della giornata del 28 aprile, Sa Die de sa Sardigna, e la necessità di spostare il dibattito su nuove forme di colonialismo culturale e autocolonialismo, per trovare insieme una nuova strada identitaria che porti all’emancipazione da dinamiche ancora troppo spesso divisive e distruttive.
In conclusione degli eventi della settimana in occasione dell’anniversario della Liberazione, la nuova sede dell’Associazione ha così accolto una giornata di confronto e il concerto del gruppo Ruota Libera.
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